domenica 4 novembre 2012

Il potere del perdono

               "Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno" (Luca 23,34)

Questo brano di apertura tratto dal vangelo secondo Luca mi serve, oggi, ad introdurre un argomento che mi sta particolarmente a cuore: IL PERDONO. Quanti di noi sono in grado di perdonare? Tanti? No, non a parole, ma col cuore! Pochi, credetemi. Eppoi, come perdonare quel...Bip!...che mi ha tagliato la corsia in autostrada o, ancora, il datore di lavoro sfruttatore o, peggio, un genitore violento e dispotico? Lo so, è difficile, a volte sembra quasi impossibile.

Nessuno, meglio del Cristo in croce ci può insegnare il perdono, quello vero, quello del cuore. Infatti, nella frase "Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno" è racchiuso tutto il potere del perdono e della remissione di ogni colpa. Analizzando la frase, si può capire meglio il suo significato. Col termine  "Padre", il Cristo indica il Padre interiore, il Se Divino vivente in ognuno di noi.
(Immagine presa dal web)

"Perdona loro" è un invito alla flessibilità, al lasciare andare l'energia negativa che cammina di pari passo col desiderio di vendetta e l'odio e che ci logora giorno per giorno. "Perchè non sanno quello che fanno": in questa parte finale della frase di perdono è racchiusa la motivazione che porta la gente a fare del male ai suoi simili.

Questa è da ricercare nell'INCONSAPEVOLEZZA, nella mancanza di PRESENZA MENTALE quando si compie il gesto allo scopo di nuocere all'altro. Se chi compie il gesto non è presente, sicuramente anche chi non è in grado di perdonare non è da meno. Il mancato perdono implica sofferenza SEMPRE E SOLO a carico di chi riceve l'insulto o la cattiva azione e mai da parte di chi la compie in quanto quest'ultimo, come ho già detto sopra, non è presente al momento del gesto.
(Immagine presa dal web)

Quando parlo di mancata presenza non mi riferisco alla mancata presenza in senso fisico. In questo caso mi riferisco alla mancata presenza mentale. Ciò significa, che chi compie il gesto ai danni di una persona, spesso lo fa senza rendersene nemmeno conto. Infatti il gesto è compiuto in maniera quasi automatica, reattiva, senza mai riflettere sulle conseguenze a carico di chi lo subisce.

Anche quando c'è una premeditazione nel gesto, chi lo compie non è sempre presente o comunque mai al 100%. A chi serve il perdono? E soprattutto a cosa? Il perdono serve a chi subisce il torto. Esso serve a liberarsi dal legame energetico negativo che si viene a creare con la persona che ci ha offesi e a farci tornare a vivere liberi da sentimenti letali quali: odio, impotenza, rabbia, desiderio di vendetta che ci condurrebbero all'interno di una spirale senza fine.

Perdonando gli altri in realtà perdoniamo noi stessi. Perdonando CIO' CHE E' STATO onoriamo lo stato di CIO' CHE E'. Guarendo dai sentimenti di odio guariamo noi stessi dai problemi di salute che i blocchi energetici ci hanno causato. Perdoniamo per vivere liberi. Perdoniamo per vivere sani. Perdoniamo per conoscere noi stessi e il mondo. Perdoniamo per conoscere Dio in noi e in chi ci ha offesi inconsapevolmente.

Vincenzo Bilotta